Venghino signori. E che a
nessuno manchino lecca-lecca, pop corn dolce e zucchero filato.
Riapre il Luna Park chiamato Roma. Questo splendido parco giochi,
ricco di attrazioni e luci intermittenti, che dei luoghi dedicati ai
piccini, ma che piacciono anche ai grandi, condivide le più
importanti caratteristiche, tra le quali il senso di decadenza che ti
dà osservare lucidamente la faccia di un clown.
In questo splendido,
luminoso e, soprattutto, a tratti inquietante, Luna Park chiamato
Roma, qualche passo sembra sia stato fatto. Si è scesi dalla nave
pirata che in autunno era stata l'attrazione più gettonata, con
tutti i suoi alti e bassi e che oltre alla nausea, non stimolavano
altro, per salire sul trenino delle montagne russe.
E allora salite
meravigliose, lente, che ti permettono di ammirare il panorama e ti
fanno sentire il re del mondo, vedi le vittorie in goleada contro
Cesena e Inter e poi discese vorticose, quasi infinite, affrontate a
occhi chiusi, che ti ribaltano lo stomaco e spostano il fegato. Vedi
le sconfitte contro Cagliari e Siena.
Questo il campionato
della Roma: serie infinite di salite e discese, indipendenti dalla
volontà del macchinista, figurarsi dei passeggeri o degli
spettatori. Il movimento, però, è solo un'illusione: il binario è
chiuso, identico, quasi noioso. E ad ogni enorme gioia, segue una
scontata delusione. Per poi tornare al punto di partenza.
Il lato comico della
storia è che mentre noi, non paghi, sgomitiamo per rimetterci in
fila, il nostro obiettivo non si allontana nemmeno di un millimetro.
Resta lì, immobile, come se nessuno lo volesse.
Il tempo stringe e il
tramonto si avvicina, insieme all'inevitabile chiusura del Luna Park.
Ma a noi non sembra interessare: ci sediamo, agganciamo le cinture e
prepariamo l'ugola per urlare ancora. Pronti a un altro giro?
Nessun commento:
Posta un commento