Stekelenburg 7:
pronti-via è chiamato ad un paio di interventi davvero scomodi. Uno
sulla conclusione ravvicinata di Ljaic, al quale non concede nemmeno
l'angolo, l'altro su un'azione flipper che corre lungo la linea di
porta, prima di concludersi tra le sue braccia. Nella ripresa, sulla
conclusione a botta sicura di Behrami è salvato in extremis da un
compagno. Poi più niente. Solo tanto freddo. Terza gara consecutiva
imbattuto.
Cicinho 6.5: Luis
Enrique, orfano di Rosi, lo getta nella mischia quasi a sorpresa,
preferendo la sua voglia di rivalsa, all'ennesimo spostamento di
Taddei a destra. Il brasiliano, sul mercato ormai da mesi e con la
valigia sempre pronta per tornare in patria, lo ripaga con una prova
tutto sommato sufficiente, senza infamia, né lode. La pessima
prestazione di un mese fa, in quel del Franchi, è completamente
dimenticata. I fischi dell'Olimpico meno.
(23' st José Angel
6.5: riprende esattamente da dove aveva interrotto la gara contro
il Chievo: corsa e quantità. Sembra in ripresa, ma al momento del
suo ingresso il risultato è più che acquisito)
Heinze 7:
l'impressione è che senza di
lui la difesa non possa proprio presentarsi in campo. Dove non
arrivano le gambe, ci pensa la voce: scuote e incita i propri
compagni di reparto. Sbaglia pochissimo.
Kjaer 5.5: tornare
in campo dopo un infortunio muscolare (il secondo al flessore),
arrivato nel tentativo di rincorrere un velocissimo Di Natale, non
deve essere facile. Soprattutto quando dalla testa, non si riesce a
far uscire l'errore che ha condizionato il derby. Nel primo tempo non
azzecca un intervento, soffrendo la rapidità e i movimenti di
Jovetic e Ljiac. Cresce nella ripresa, insieme al risultato e a tutta
la squadra.
Taddei 6.5: tre
giorni, 180 minuti, tre cambi di fascia. Con il Chievo ha giocato a
destra, con la Fiorentina comincia a sinistra, per poi chiudere, al
momento dell'ingresso di José Angel, dalla parte opposto. Eppure il
suo rendimento non cambia.
Gago 6.5: titolare
dopo più di un mese di assenza, ritrova il suo ruolo più
congeniale, quello di playmaker. Inventa le giuste geometrie, ma dà
l'impressione di poter osare ancora qualcosa in più.
Viviani 6: la
chance che gli concede Luis Enrique è importante e lui prova a
sfruttarla al massimo delle sue potenzialità. Ovvio che può fare di
più, probabilmente non lo aiuta nemmeno il cambio di ruolo, ma
aspettiamolo con pazienza. Diventerà un grandissimo.
(1' st Perrotta 7: il
3-0 finale è per gran parte merito suo e nessuno può negarlo. Dal
suo ingresso, la gara della Roma, infatti, subisce come un'impennata.
Dinamismo e quantità in ogni zona del campo. Professionista
esemplare, non è affatto un rincalzo.)
Greco 5: probabilmente
la peggiore gara della sua stagione. Appare statico, meccanico e
sulle gambe. Incomprensibile tenerlo in campo 90'.
Bojan 6: meno
brillante rispetto al match contro il Chievo, strappa la sufficienza,
ma non convince a pieno.
(15' st Borini 7.5:
ha voglia di spaccare il mondo e si vede fin da subito. Recupera
tantissimi palloni, come fosse un mediano vecchia maniera e sotto
porta sembrato torna il cecchino che aveva conquistato Londra e in
particolare il quartiere di Chelsea. Serve a Totti un pallone che il
Capitano trasforma nell'assist per il 2-0, poi si inventa il gol che
chiude la gara. Il secondo in maglia giallorossa. Ben tornato,
Fabio!)
Lamela 8: non
ci sono più parole per descriverlo. Sigla la prima doppietta con
questa maglia, segnando con una tranquillità e una semplicità
estrema, due gol che, invece, tanto facili non sono. Continua ad
essere decisivo, confermandosi pedina insostituibile di questa
squadra. E' il vero crack della stagione.
Totti 7: nonostante
non brilli come al solito, alla fine della fiera, si mette comunque
in tasca due assist. Oltre ad una quantità di giocate di grandissima
classe ed alto coefficiente di difficoltà. Gli manca solo il gol,
che Neto, con un grande intervento, gli nega nel primo tempo. Rimane
in campo per novanta minuti, come un Capitano vero.
All. Luis Enrique 7:
quando ad inizio gara l'occhio
ti cade sulla formazioni ufficiali, ti chiedi se un destino beffardo
ti abbia portato indietro di un mese. Precisamente a quella nefasta
domenica pomeriggio di dicembre, che vide la Fiorentina asfaltare una
Roma impaurita e irriconoscibile. Cicinho in campo e Pjanic fuori
sembrano le due scelte più discutibili. Il risultato premia le idee
del tecnico asturiano, che ancora una volta azzecca anche i cambi.
Sempre più padrone della squadra e dell'intero ambiente romano.
Chapeaux.
Arbitro De Marchi 6.5:
sempre padrone della gara, aiutato anche dall'inerzia del match che
non lo mette mai di fronte ad episodi di difficile interpretazione.