Non per fare facili
parallelismi con la politica, ma in Italia e soprattutto a Roma
sembra essere un ottimo momento per la sinistra. La fascia,
ovviamente.
Il solito scuotersi di
ampolle e sbuffare di alambicchi attraverso i quali Luis Enrique, il
piccolo chimico asturiano, schiera il suo undici titolare, delle
volte ha il pregio di azzeccare le scelte. Quelle che poi, al
novantesimo, ti accorgi che hanno un peso specifico enorme sul
risultato finale.
Una di queste è l'idea
di inventare Taddei terzino sinistro. L'out mancino, terra di
conquista per quasi tutti gli avversari giallorossi, non solo appare
blindata come la zona verde della Roma ecologica domenicale, ma si
trasforma in una Cassiopea di occasioni da gol. Non a caso l'1-0 di
Pjanic arriva proprio da un cross di Taddei, ma anche le altre
principali azioni da rete: molte sprecate da Bojan.
Proprio la prestazione
del folletto ex Barcellona, appare iconografia perfetta delle
mancanze giallorosse. Una in particolare: il cinismo. Il risultato
maturato durante la gara contro il Lecce è stretto solo per la poca
concretezza sotto porta.
Certo. C'è un gol di
Osvaldo che grida, in maniera quasi straziante, vendetta, ma per
questo bisogna chiedere spiegazioni al guardialinee Carrer. La parola
più nominata nella Capitale in questo lunedì di novembre.
Dopo quello di Meggiorini
un altro meraviglioso gol in rovesciata contro il Lecce,
regolarissimo, viene annullato.
Udinese, Fiorentina,
Juventus, Napoli e Bologna. I prossimi trenta giorni saranno lo
specchio, capace di riflettere il futuro della nostra stagione. La
speranza è che questa Roma non sia tanto narcisa da ammirare la
propria bellezza nel lago e morire anneggata. Non sarebbe un
suicidio, ma un omicidio. Quello di un'annata che rischia, suo
malgrado, di tramutarsi in qualcosa di importante.
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