Quando si vive sempre di
corsa, senza un domani, come fosse un eterno, infinito presente, il
minimo che può succedere è di arrivare al traguardo senza nemmeno
accorgersene.
Un dribbling immortalato
sulla copertina di un tabloid patinato. Questa la vita di George
Best. Solo colpi ad effetto, sole prime pagine. Solo numeri da
fuoriclasse.
I compagni di squadra
provano ad affermarsi Premier League e in Europa? Lui a soli 22 anni
alzava praticamente da solo la Coppa dei Campioni e vinceva il
Pallone d'oro.
I calciatori si sposavano
con donne bellissime? Lui aveva al proprio fianco Miss Mondo.
In Inghilterra scorrevano
fiumi di alcool? Lui si ubriacava tutte le sere, dormiva sul lettino
dell'infermeria e arrivava al campo di allenamento con una pelliccia
di visone e un sacco pieno di sterline.
Il mondo provava a
comprendere il fenomeno Beatles? Lui ne divenne parte, il quinto
Beatles lo chiamavano, e non per i capelli lunghi o i basettoni, ma
perché quando correva in campo lasciava una scia di musica. Di
rivoluzione.
Primo in tutto, dal
trasferirsi in America, nella Major League, pur di non vestire una
maglia diversa da quella del Manchester United, allo smettere di
giocare a calcio a soli 29 anni. E' stato anche il primo ad
andarsene.
Sei anni fa. Nessuno
addio doloroso o rumoroso. Se n'è andato come si lascia una festa.
Improvvisamente. Senza nemmeno salutare. Lasciandoti appoggiato alla
parete, drink in mano, a ripensare a quanto era simpatico e
affascinante quel tipo con una maglia rossa a maniche lunghe tirata
oltre le dita. A sorridere dei suoi numeri.
"Ho speso tutti i miei
soldi in alcool, donne e automobili veloci. Tutto il resto l'ho
sperperato". Semplicemente il migliore. The Best. George Best.
Bellissimo!
RispondiEliminaGrazie. :D
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