martedì 13 dicembre 2011

Luis Enrique ha imparato a mangiare il pollo con le mani. Ma quale sarà la vera Roma?

Sulla lingua, magari, bisognerà lavorarci ancora un po'. Ma le scorciatoie italiane, quelle, sono già state ampiamente acquisite.

Dopo mesi di nouvelle cousine, piatti dagli ingredienti sconosciuti e salse dai nomi impronunciabili, Luis Enrique ha capito che a mangiare il pollo con le mani, non c'è da vergognarsi. Specialmente se si gioca in casa.

E d'accordo che nell'immaginario collettivo la Juventus è la Vecchia Signora, ma più che una partita di calcio, quella contro i bianconeri è sembrata un matrimonio.

C'era qualcosa di vecchio, Taddei e Jose Angel sulle fasce a bloccare le scorribande di Pepe e Estigarribia come contro l'Udinese, qualcosa di nuovo, la faccia tesa di Viviani e la tranquillità di De Rossi nel giocare da difensore centrale, qualcosa di regalato, entrambi i gol che hanno deciso la partita e anche qualcosa di blu. La fifa della Juventus, che per la prima volta in stagione ha avuto paura di perdere. Le esultanze sotto la curva al fischio finale ne sono evidente testimonianza.

Ci è piaciuta questa Roma stile provinciale abituata a correre sui campi in pozzolana.
E abbiamo anche capito l'impostazione di Luis Enrique alla partita: un 3-4-3 in fase di costruzione, pronto a trasformarsi rapidamente in un 4-5-1 in copertura, con Osvaldo e Lamela chiamati al sacrificio lungo gli out per raddoppiare Jose Angel e Taddei e Totti finalmente unico riferimento del reparto avanzato.
Quello che ancora fatichiamo a comprendere è dove vuole andare a parare questa Roma. E' quella del tiqui-taca di inizio stagione? Oppure quella del possesso palla e delle verticalizzazioni del dopo Parma? O ancora quella tutta muscoli e rabbia della sfida contro la Juventus?

L'unica cosa certa è gli ultimi punti li avevamo racimolati con Totti in campo e proprio il Capitano ha rotto questa serie di sconfitte che rischiavano di diventare interminabili.
Ditelo ad Osvaldo che al momento di lasciare il campo a cinque minuti dal novantesimo ha dato in escandescenza. Un gol di un attaccante manca dal 5 novembre, Novara-Roma. Segnò proprio l'ex Espanyol. Un digiuno forse un po' troppo lungo per chi porta il numero 9 sulla maglia.  

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