Gli
esterni. Alti o bassi non fa differenza. I terzini. Le ali. Gli out.
Chiamatele un po' come volete, ma sono le fasce nel calcio moderno a
fare la differenza. E dunque anche nel gioco della Roma, che di nuovo
e futuristico ha tutto, ma talmente ben frullato insieme, da sembrare
niente.
Due
sono le parole che possono descrivere perfettamente il primo match
del 2012: intensità e continuità.
Intensità
perché non è mai semplice rientrare dalle vacanze, dopo aver chiuso
l'anno solare al top e riprendere esattamente da dove ci si era
fermati. Con la stessa cattiveria, la stessa convinzione.
Continuità
e non solo nel risultato. Nell'inviolabilità della porta di
Stekelenburg, che chiude la seconda gara consecutiva imbattuto. In
una formazione titolare sempre più simile alla precedente.
Finalmente. E che infortuni a parte sarebbe potuta essere per la
prima volta in stagione identica.
Intensità
e continuità, dunque. Sebbene sia un'intuizione tattica di Luis
Enrique a cambiare la gara. L'inversione di Bojan e Lamela. Un
mancino a destra e un destro a sinistra. Non a caso il calcio di
rigore che sblocca il match arriva da un'accelerazione
dell'argentino, azione molto simile a quella dell'1-0 del San Paolo.
"Non
siamo una banda musicale e non lo siamo mai stati" ha
dichiarato a fine partita Luis Enrique. Nulla di più vero, sebbene
qualcuno che suona il flauto e si porta tutti dietro c'è e si chiama
Francesco Totti. Decisivo come al solito e sempre più consapevole
del proprio ruolo di guida per i compagni di squadra.
18
19 22. Nessuna cabala particolare legata a questi numeri. Solo l'età
dei tre attaccanti con cui la Roma ha chiuso la partita, quella di
Caprari, Lamela e Bojan. Questo il motivo per cui sembra inutile
tornare sul mercato, specialmente in attacco: meglio sarebbe dar
fiducia ai propri ragazzi, dei quali fa parte anche Borini e
attendere, con pazienza, il rientro di Osvaldo.
A
proposito di mercato: qualcuno fermi il binario del treno
Roma-Torino, che troppo simile alla ferrovia trans siberiana procede
solo in un senso. Tra l'altro sembra che lassù, i nostri regali, non
siano nemmeno troppo graditi.
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