giovedì 12 gennaio 2012

London Borini calling. La Roma risponde presente


“London Borini calling” avrebbero urlato i Clash in preda al furore. Borini chiama. E la Roma risponde. Non dall'oltretomba, da dove la band britannica provava a scuotere la propria generazione, ma di certo da quel luogo della mente che di mercoledì sera, con soli due gradi sul termometro, ti farebbe fare tutto, piuttosto che giocare una partita di calcio. E invece...

London Borini calling, dunque. Senza dimenticare Perrotta. Perché se qualcuno ha modellato un indefinito pezzo di creta, trasformandolo nell'ennesima qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia, quelli sono stati certamente l'ex attaccante del Chelsea e il super Simo nazionale. Certo, poi, ci sono volute la classe, l'eleganza e il talento di Erik Lamela a perfezionare il tutto. Ma si sa, l'artista prende lo scalpello in mano solo per dare un senso all'opera. Della serie: “Perché non parli...”

A Perrotta sono bastati 45 minuti più recupero per ricordare a tutti di che professionista ci si era dimenticati. Entrato al posto di un intermittente Viviani, penalizzato anche dal ruolo di intermedio nel quale Luis Enrique ha voluto sperimentarlo, il numero 20 giallorosso ha sùbito dato la scossa a compagni e pubblico. Il recupero in scivolata su un Cerci tanto sopravvalutato quanto svagato è l'immagine perfetta della sua voglia. La stessa che stava consumando da tempo Fabio Borini. London è sembrato entrare in campo come in preda ad un bisogno impellente: la caparbietà di un Gattuso e la necessità di fare gol di un Inzaghi. Dopo aver messo lo zampino sulla rete del 2-0, sfrutta l'errore di Neto per siglare il suo primo gol all'Olimpico. Eravamo stati buoni profeti: con un Borini in queste condizioni, tornare sul mercato, soprattutto in attacco, non sembra avere molto senso.

Roma-Firenze. Andata e ritorno in 38 giorni. Come viaggiare attraverso il tempo e lo spazio, lungo una parabola che dall'altro da te, è capace di riportarti a casa. In mezzo la fine di un anno solare e l'inizio di un altro, cinque risultati utili consecutivi, dei quali quattro vittorie, porta inviolata da più di 210 minuti, invisibili cambi societari e tuffi in piscina.

Un unico punto in comune: Cicinho. Passato dal lettino dei massaggi a quello dell'analista. “Mi scuso con i tifosi per tutte le volte che ho detto di andar via. Ora voglio restare”. La valigia sul letto, però, assomiglia tanto a quella di un lungo viaggio...

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