mercoledì 11 gennaio 2012

Roma-Fiorentina: le pagelle. Lamela immenso, ma la vittoria è da dividere a metà con Borini e Perrotta

Stekelenburg 7: pronti-via è chiamato ad un paio di interventi davvero scomodi. Uno sulla conclusione ravvicinata di Ljaic, al quale non concede nemmeno l'angolo, l'altro su un'azione flipper che corre lungo la linea di porta, prima di concludersi tra le sue braccia. Nella ripresa, sulla conclusione a botta sicura di Behrami è salvato in extremis da un compagno. Poi più niente. Solo tanto freddo. Terza gara consecutiva imbattuto.

Cicinho 6.5: Luis Enrique, orfano di Rosi, lo getta nella mischia quasi a sorpresa, preferendo la sua voglia di rivalsa, all'ennesimo spostamento di Taddei a destra. Il brasiliano, sul mercato ormai da mesi e con la valigia sempre pronta per tornare in patria, lo ripaga con una prova tutto sommato sufficiente, senza infamia, né lode. La pessima prestazione di un mese fa, in quel del Franchi, è completamente dimenticata. I fischi dell'Olimpico meno.
(23' st José Angel 6.5: riprende esattamente da dove aveva interrotto la gara contro il Chievo: corsa e quantità. Sembra in ripresa, ma al momento del suo ingresso il risultato è più che acquisito)

Heinze 7: l'impressione è che senza di lui la difesa non possa proprio presentarsi in campo. Dove non arrivano le gambe, ci pensa la voce: scuote e incita i propri compagni di reparto. Sbaglia pochissimo.

Kjaer 5.5: tornare in campo dopo un infortunio muscolare (il secondo al flessore), arrivato nel tentativo di rincorrere un velocissimo Di Natale, non deve essere facile. Soprattutto quando dalla testa, non si riesce a far uscire l'errore che ha condizionato il derby. Nel primo tempo non azzecca un intervento, soffrendo la rapidità e i movimenti di Jovetic e Ljiac. Cresce nella ripresa, insieme al risultato e a tutta la squadra.

Taddei 6.5: tre giorni, 180 minuti, tre cambi di fascia. Con il Chievo ha giocato a destra, con la Fiorentina comincia a sinistra, per poi chiudere, al momento dell'ingresso di José Angel, dalla parte opposto. Eppure il suo rendimento non cambia.

Gago 6.5: titolare dopo più di un mese di assenza, ritrova il suo ruolo più congeniale, quello di playmaker. Inventa le giuste geometrie, ma dà l'impressione di poter osare ancora qualcosa in più.

Viviani 6: la chance che gli concede Luis Enrique è importante e lui prova a sfruttarla al massimo delle sue potenzialità. Ovvio che può fare di più, probabilmente non lo aiuta nemmeno il cambio di ruolo, ma aspettiamolo con pazienza. Diventerà un grandissimo.
(1' st Perrotta 7: il 3-0 finale è per gran parte merito suo e nessuno può negarlo. Dal suo ingresso, la gara della Roma, infatti, subisce come un'impennata. Dinamismo e quantità in ogni zona del campo. Professionista esemplare, non è affatto un rincalzo.)

Greco 5: probabilmente la peggiore gara della sua stagione. Appare statico, meccanico e sulle gambe. Incomprensibile tenerlo in campo 90'.

Bojan 6: meno brillante rispetto al match contro il Chievo, strappa la sufficienza, ma non convince a pieno.
(15' st Borini 7.5: ha voglia di spaccare il mondo e si vede fin da subito. Recupera tantissimi palloni, come fosse un mediano vecchia maniera e sotto porta sembrato torna il cecchino che aveva conquistato Londra e in particolare il quartiere di Chelsea. Serve a Totti un pallone che il Capitano trasforma nell'assist per il 2-0, poi si inventa il gol che chiude la gara. Il secondo in maglia giallorossa. Ben tornato, Fabio!)

Lamela 8: non ci sono più parole per descriverlo. Sigla la prima doppietta con questa maglia, segnando con una tranquillità e una semplicità estrema, due gol che, invece, tanto facili non sono. Continua ad essere decisivo, confermandosi pedina insostituibile di questa squadra. E' il vero crack della stagione.

Totti 7: nonostante non brilli come al solito, alla fine della fiera, si mette comunque in tasca due assist. Oltre ad una quantità di giocate di grandissima classe ed alto coefficiente di difficoltà. Gli manca solo il gol, che Neto, con un grande intervento, gli nega nel primo tempo. Rimane in campo per novanta minuti, come un Capitano vero.

All. Luis Enrique 7: quando ad inizio gara l'occhio ti cade sulla formazioni ufficiali, ti chiedi se un destino beffardo ti abbia portato indietro di un mese. Precisamente a quella nefasta domenica pomeriggio di dicembre, che vide la Fiorentina asfaltare una Roma impaurita e irriconoscibile. Cicinho in campo e Pjanic fuori sembrano le due scelte più discutibili. Il risultato premia le idee del tecnico asturiano, che ancora una volta azzecca anche i cambi. Sempre più padrone della squadra e dell'intero ambiente romano. Chapeaux.

Arbitro De Marchi 6.5: sempre padrone della gara, aiutato anche dall'inerzia del match che non lo mette mai di fronte ad episodi di difficile interpretazione.  

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